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Nuova serie online - "Donne laiche che studiano nelle università pontificie" ("Lay Women Study at Pontifical Universities")

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Intervista con Dott.ssa Linda Ghisoni, sottosegretario per i Fedeli Laici presso il Dicastero per i Laici la Famiglia e la Vita

Nuova serie online - "Donne laiche che studiano nelle università pontificie" ("Lay Women Study at Pontifical Universities")

Dott.ssa Linda Ghisoni, nel 2017 è stata nominata da Papa Francesco Sotto-Segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Coniugata e madre di due figlie, Linda Ghisoni è nata a Cortemaggiore (Piacenza). In questa intervista ci parla dei suoi studi e lavoro, nonché del ruolo dei laici nella Chiesa.

L'intervista con la Dott.ssa Ghisoni apre una nuova serie di interviste scritte, intitolata "Lay Women Study at Pontifical Universities" ("Donne laiche che studiano nelle università pontificie") che fa parte delle iniziative pensate per festeggiare i 35 anni della fondazione del Lay Centre. Nelle prossime settimane saranno pubblicate, in lingua inglese, una serie di interviste con alcune studentesse che hanno frequentato il Lay Centre tra il 1986 ed il 2021 e illustreranno i frutti nel mondo della loro formazione presso le varie università pontificie.

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I suoi studi spaziano dalla filosofia, alla teologia, al diritto canonico e al laicato nella Chiesa. Potrebbe parlarci della sua scelta accademica nonché dell’importanza di studiare presso una Pontificia Università e delle sfide che tale studio rappresenta?

La decisione di studiare teologia, unitamente a filosofia, coincideva per me con una riscoperta della fede e con una domanda riguardo quello che avrei voluto fare nella vita. Non avrei mai pensato di intraprendere poi gli studi in diritto canonico, ma la conoscenza con qualche studente della facoltà di diritto canonico alla Gregoriana che mi parlò di quegli studi in maniera accattivante e il fatto che cercassi una disciplina che mi dischiudesse, un domani, una possibilità di lavoro possibilmente nella Chiesa, mi condussero per quella strada. Non avevo ben chiaro un progetto lavorativo futuro, del resto a quel tempo in Italia i Tribunali ecclesiastici non offrivano possibilità di lavoro a laici, però pensai che avrei potuto lavorare come avvocato rotale e, sinceramente, mi affidai al fatto che quegli studi mi piacevano, all’intuizione e alla provvidenza, che nella mia vita ho sperimentato molto concretamente in vari momenti. Guardando indietro, devo riconoscere, con gratitudine, che sono stata sempre superata nelle mie attese e speranze.

La scelta di una Università pontificia era obbligatoria per l’indirizzo di studi che intraprendevo, ma ben presto constatai che la Pontificia Università Gregoriana mi consentiva un’esperienza unica: mi sentii subito a mio agio in un contesto internazionale, aperto, ricco di stimoli e sollecitazioni a livello culturale, linguistico, accademico e spirituale. Ho conosciuto studenti e studentesse da ogni dove, ho stabilito buone amicizie, alcune delle quali si sono rinsaldate negli anni fino ad oggi e che costituiscono spesso un aiuto, un sostegno e uno stimolo a migliorare; ho ampliato i miei orizzonti; ho beneficiato di professori gesuiti di grande spessore, che con sobrietà, passione e rigore ci hanno trasmesso il gusto per le materie, un metodo e uno stile applicabili in svariati contesti: il loro esempio e la cura personale hanno concorso a quella che io definisco una formazione integrale.

Non scorderò mai quanto mi disse il professore che fu mio direttore della tesi di licenza e poi della dissertazione di dottorato, p. Urbano Navarrete: “La formazione che hai ricevuto in Gregoriana è la miglior carta di presentazione, essa funzionerà e porterà frutti”.

Le proposte formative ricevute in Gregoriana sono state nel corso degli anni molteplici, improntate ad un aggiornamento adeguato alle situazioni ecclesiali che si evolvevano. Sono stata accompagnata con molto rispetto nelle scelte dei vari step accademici ed ho constatato che l’impegno è stato ripagato e che ha acquisito senso tutto ciò che avevo via via studiato.

Come si relazionano i suoi studi e le sue ricerche presso la Pontificia Università con il lavoro che attualmente svolge?

Per 20 anni ho lavorato nei Tribunali ecclesiastici svolgendo varie mansioni, da Notaio a Giudice. Per quel lavoro gli studi in diritto matrimoniale canonico alla Gregoriana sono stati fondamentali, unitamente al diploma come Avvocato rotale.

Nel lavoro che svolgo dal 2017 al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita è richiesta una competenza che riguarda più ambiti: in parte giuridico-canonico, se penso al lavoro che il Dicastero è chiamato a svolgere accompagnando la vita e lo sviluppo delle associazioni di fedeli riconosciute dalla Santa Sede; in parte tuttavia si tratta di riflettere sui laici, uomini e donne, sulla loro vocazione, formazione e missione nella chiesa, nella società, pertanto si richiede una visione teologico-ecclesiologica con attenzione pastorale, sempre nell’ambito delle competenze proprie di un Dicastero della Santa Sede.

Si tratta di una sfida che comporta la capacità di affrontare questioni diversificate: in questa attività constato che, al di là delle singole discipline, è il metodo acquisito durante gli studi alla Gregoriana che fa la differenza e mette in relazione la formazione ricevuta durante gli studi universitari con l’attività lavorativa di oggi.

Nel nostro mondo post COVID e considerando l’appello del Papa alla promozione di una maggiore integrazione dei fedeli laici, in particolare delle donne, in ambiti di responsabilità nella Chiesa (come presente nell’intervento del Papa nell’ottobre 2020, visibile qui), potrebbe parlarci dei progressi fatti dalla Chiesa sotto tale profilo? Inoltre, quale consiglio darebbe alle giovani laiche interessate oggi a studiare a Roma e desiderose di fare la differenza, in futuro, all’interno della Chiesa?

Se penso a 25 anni fa, quando ho iniziato a lavorare nei Tribunali ecclesiastici, sono cambiate molte cose, oggi c’è una maggiore presenza di fedeli laici, in particolare di donne in vari ambiti della Chiesa. A quel tempo non vi era nei Tribunali in Italia alcuna donna giudice, mentre oggi molte sono le donne che ricoprono quell’incarico, sebbene non in tutti i Paesi. Anche nelle Università pontificie vi è stata una trasformazione: oggi sono numerose le professoresse donne che insegnano discipline teologiche, alcune delle quali dirigono Dipartimenti. Tuttavia non è così dappertutto, resta ancora molto da fare affinché la presenza di donne venga promossa non sulla base di una equa spartizione di quote, ma perché il loro apporto costituisce una vera ricchezza, che qualifica efficacemente le relazioni e il lavoro nella Chiesa.

Alle giovani donne interessate a studiare oggi a Roma e desiderose di fare la differenza in futuro nella Chiesa consiglio di curare bene la loro formazione nelle materie che studiano,  perché la qualità porta sempre frutto. Consiglio inoltre di approfittare di questo loro tempo di studio in università pontificie per respirare quella internazionalità che rinvia alla universalità della Chiesa; infine, consiglio di coltivare la vita spirituale che è un ingrediente fondamentale per nutrire la propria appartenenza alla Chiesa. 

In un articolo pubblicato nel Catholic News Service, (cliccare per leggere l'articolo in lingua originale) a proposito delle politiche della tutela dei minori Lei ha affermato che «Un vescovo non può pensare che le questioni riguardanti la Chiesa possano essere risolte da lui agendo da solo o solo con altri vescovi. Ogni membro della Chiesa è chiamato a lavorare insieme per garantire che i bambini siano al sicuro». Qual è l’importanza del ruolo delle laiche e dei laici nella Chiesa, a livello decisionale?

Per rispondere a questa domanda occorre tornare al battesimo e al dono del sensus fidei, ossia a quell’ “istinto spirituale” che permette ai credenti di riconoscere se un dato insegnamento o una certa prassi sono secondo il Vangelo e la fede apostolica. Papa Francesco lo chiama anche “fiuto delle pecore”. Non dimentichiamo che, come leggiamo in un documento della Commissione Teologica Internazionale del 2014, “L’insegnamento della Chiesa si è sviluppato talora, in ambiti particolari, a seguito della scoperta da parte dei laici che nuove situazioni avanzavano nuove esigenze. La riflessione dei teologi e poi il giudizio del magistero episcopale si sono fondati in questi casi sull’esperienza cristiana già illuminata dalle intuizioni dei fedeli laici” (Il sensus fidei nella vita della Chiesa, n. 73).

Se ragioniamo basandoci su questo fondamento - e non su base meramente sociologica - è evidente come sia irrinunciabile, per il corpo ecclesiale, il coinvolgimento di laici e laiche in contesti decisionali, con il loro apporto unico, guidato da questo “istinto di fede”.

 

Foto cortesia Dott.ssa Linda Ghisoni

 

 

Dott.ssa Linda Ghisoni - Sotto-Segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita

Ha conseguito il Vordiplom in Filosofia e Teologia presso la Eberhard-Karls-Universität di Tübingen (1991); il dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana (1999); il diploma di Avvocato rotale presso lo Studium rotale del Tribunale della Rota Romana (2002) e il diploma di Prassi amministrativa alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (1994).

Presso i Tribunali di prima istanza e di appello del Vicariato di Roma ha svolto l'attività di Notaio (1997-1999), Difensore del vincolo (1999-2002), Uditore (2002-2005) e Giudice (2005-2017); presso la Santa Sede ha ricoperto l'incarico di Difensore del vincolo deputato al Tribunale della Rota Romana (2003-2009), di Commissario deputato alla Difesa del vincolo nelle cause di Scioglimento del matrimonio rato e non consumato alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (2006-2011) e, dal novembre 2011, al Tribunale della Rota Romana.

Dal 2013 al 2016 ha collaborato con il Pontificio Consiglio per i Laici nell'ambito di studi specialistici inerenti il laicato nella Chiesa.

Il 7 novembre 2017 è stata nominata da Papa Francesco Sotto-Segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.

Nel 2018 è stata nominata dal Santo Padre Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede e Commissario per lo scioglimento dei matrimoni in favorem fidei.

Autrice di pubblicazioni scientifiche nell'ambito del Diritto Canonico, dal 2011 è docente invitato alla Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana.

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