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Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani: il dott. Dimitrios Keramidas offre una riflessione per il sesto giorno, 'Accogliere gli altri'

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Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani: il dott. Dimitrios Keramidas offre una riflessione per il sesto giorno, 'Accogliere gli altri'

Il tema scelto per la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani 2021 è "Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto" (Gv 15, 5-9). Questa riflessione, per il sesto giorno, fa parte di una serie di otto riflessioni in lingua inglese preparata da Alumni e Amici del Lay Centre per questa settimana di preghiera. Ogni riflessione segue le indicazioni del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani

 

Accogliere gli altri

di Dimitrios Keramidas

Il sesto giorno della Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani per il 2021 siamo invitati a riflettere su Gv 15:16b: "Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga". È un versetto di una sezione del capitolo 15 del vangelo di Giovanni (v. 9-17) che parla dell'amore tra Cristo e i suoi discepoli (un amore basato su quello esistente tra il Padre e il Figlio), dell'amicizia tra il Signore e i suoi seguaci santificata dal Suo sacrificio (il supremo atto d'amore), dell'invito ad andare nel mondo e portare frutti duraturi e del comandamento dell'amore reciproco tra i discepoli.

La natura dell'invito di Gesù è chiara: portare frutto non è qualcosa che si fa da soli, ma in amicizia con il Signore, l'unica fonte di vita, di benedizione e di prosperità. Per Giovanni Crisostomo l'amicizia tra Dio e l'uomo è permanente, mentre l'invito a portare frutto è una metafora eucaristica della vigna. Ciò implica che la raccolta dei frutti deve essere al servizio del Signore: è un dovere di estendere a tutto il modo l’essere cristiani, cioè quell'unità nell'amore che è il modo di essere di Dio e da cui nessuno è escluso. Per i cristiani, unità significa permanenza in Cristo. Questa unità, però, proprio perché fondata sull'amore (come modo di essere, non come sentimento individuale), non esiste per sé stessa, ma per gli altri. Ciò significa che più si prolunga la propria esistenza cristiana, più Cristo benedice la fruttificazione, e più si rimane al servizio della volontà di Cristo più si ottengono frutti.

Quindi, portare frutto è un impegno costante che implica una continua apertura, un'estensione del nostro modo di essere con il Signore che ci invita ad essere pronti ad abbassare - se necessario - le nostre barriere confessionali per raggiungere gli altri. In questo modo ci rendiamo conto che i frutti possono crescere solo attraverso l'amicizia con Cristo; essi non sono il merito del nostro lavoro, ma sbocciano nel Signore come frutti eucaristici, ovvero con effetti permanenti.

Quest'anno i frutti del nostro impegno ecumenico potrebbero non essere visibili. Forse non sarà possibile pregare insieme o visitare luoghi di culto delle diverse tradizioni cristiane. Ma il cammino verso l'unità può aprire la strada ad una preghiera più intensa, più profonda e forse più sincera. Si potrebbe sì trarre ispirazione dall'immagine giovannea della vigna, che rimane una anche se composta (senza essere divisa) in molti rami. La nostra identità appartiene alla vigna. L'obiettivo dell’ecumenismo è quello di comprendere sia la diversità come modo di esistenza del Cristianesimo nella storia, sia l'unicità della vigna (l'unico Cristo dell'Eucaristia). Convergere verso Cristo significa quindi avvicinarsi in preghiera l'uno all'altro; ma avvicinarsi gli uni agli altri senza Cristo implica perdere quel centro di unità e di prosperità che ci dà la forza di crescere come rami e di sbocciare come frutti.

 

Suggerimento per l'ascoltoInno dei Cherubini dalla Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo

Immagine: Wikipedia - Cristo come la vera vite (icona)

Traduzione dall'inglese in italiano eseguito da dott. Dimitrios Keramidas. Ringraziamo Padre Stefano del Bove, sj (Docente Incaricato Associato, Facoltà di Scienze Sociali e Cappellano della Pontificia Università Gregoriana) che ha voluto condividere il testo in italiano attraverso i canali di comunicazione della Cappellania Universitaria della Pontificia Università Gregoriana. 

Dott. Dimitrios Keramidas nato a Thessaloniki, Grecia. Ha studiato teologia ecumenica in Grecia e missiologia a Roma dove abita ora. E’ un professore invitato presso l’Università pontificia Angelicum e presso atenei in Grecia, nonché almunus della Pontificia Università Gregoriana. Alumnus Lay Centre (2009-2010)

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